Interviste

Intervista a Max Galli, CEO di vanGoGh

Grazie per questa intervista e per la partecipazione al #GMSummit18. Siete già venuti al Global Summit? Cosa vi aspettate da questo evento ed eventualmente cosa avete apprezzato delle altre partecipazioni?
Grazie a voi per l’ulteriore spazio di condivisione. Questo è il nostro sesto anno e come sempre condividere le nostre esperienze, i nostri successi ma soprattutto i nostri valori ci permette di conoscere e dialogare con aziende molto simili a noi, in grado di apprezzare e capire la nostra etica, il nostro coraggio e la nostra passione.

Il 2018 si presenta come un anno di rilancio per l’economia e di forte impatto per la tecnologia e l’innovazione. Quali saranno, secondo voi, i trend che impatteranno maggiormente sul marketing delle aziende?
Chris Anderson, illuminato giornalista, saggista e imprenditore statunitense, diceva che: “il denaro smetterà di essere il segnale principale nel mercato e al suo posto sorgeranno due fattori monetari: l’economia dell’attenzione e l’economia della reputazione”.
La sfida odierna non è trovare nuovi device digitali o sviluppare nuove tecnologie, ma capire come utilizzare al meglio e con creatività gli strumenti esistenti, per attrarre e comunicare con i nostri interlocutori, migliorando la reputazione dei nostri brand.
Il brand che deve porsi l’obiettivo di diventare “ecosistema”, dove la marca diventa l’elemento centrale e qualificante del campo gravitazionale. Tutto si sposta verso la capacità di un brand di generare una grande forza di attrazione, diventando creatore di orbite esperienziali di senso, utili, in grado di generare relazioni e opinioni in un cliente che condivide online soddisfazioni ed insoddisfazioni diventando, di fatto, un media.

Cosa dovranno temere maggiormente le aziende, nel corso dell’anno e, in prospettiva, fino alla fine del secondo decennio del secolo?
Ora che i tempi sono maturi per il digitale, dobbiamo fare attenzione a non commettere l’errore di considerare la comunicazione digitale come l’unica possibile. Detto da una persona che da 25 anni sostiene l’efficacia della comunicazione digitale suona un po’ strano, me ne rendo conto. Ho speso anni ad abbattere barriere virtuali ed a volte anche fisiche, che separano la comunicazione online da quella offline, sostenendo l’esistenza di una sola comunicazione, che deve necessariamente emergere dalla contaminazione delle esperienze degli attori che di questi mondi fanno parte. Ora è il momento che questi poli, spesso opposti, coincidano.
Abbiamo la fortuna di essere testimoni della convergenza tra il mondo fisico e quello digitale. I dati diffusi recentemente da Nielsen e dall’Osservatorio Multicanalità del MIP, sostengono questo trend, dove è palese una vera e propria complementarietà tra l’e-commerce e il punto vendita, che diventa sempre più un media su cui investire.
Isolare un mondo digitale rispetto al mondo fisico non è più possibile: l’ubiquità digitale dei nostri clienti è realtà. Le nostre strategie, per essere efficaci, devono tenerne conto.
Dal lato aziende, ubiquità digitale significa anche saper interpretare gli insight basati sui dati, entrando in sintonia con il proprio pubblico è offrendogli il mondo che vogliono, come lo vogliono, nel momento esatto in cui lo vogliono. I nostri consumatori, sono portatori di esigenze sempre meno standardizzate e sempre più individualizzate.
Come nel mondo reale, la relazione tra due persone migliora quando entrambi comprendono qualcosa in più del carattere, delle abitudini e delle esigenze dell’altro. Capire il consumatore ci permette di restituire un’informazione concepita per accompagnarlo ed incontrarlo nella sua consumer journey. La conoscenza ci deve consentire non solo di individuare i giusti strumenti, ma anche di studiare messaggi creativi che incontrino il gusto dei nostri interlocutori, comunicazioni con sapori diversi in funzione dello strumento, ma che nascono dallo stesso concetto strategico.

C’è un prodotto o servizio o progetto della vostra azienda che può davvero fare la differenza e aiutare altre aziende ad affrontare a testa alta la rivoluzione digitale e i suoi strumenti e tecnologie?
Nel 1994 ho avuto una visione.
Ero al centro di un’immensa piazza insieme ad altre persone, intorno a me alcuni personaggi in divisa dalle cromie diverse urlavano le qualità dei loro prodotti. Obiettivo convincerci ad acquistarli. Ognuno di loro rappresentava un media, c’era la TV con voce molto forte, la radio, la stampa il btl e in un angolino, timidamente in disparte, il web, con una voce delicata ma stramaledettamente attraente, forse solo per me.
Venticinque anni più tardi, mi rivedo in quella piazza, gremita di media urlanti in grado di attrarre consumatori con sensibilità diverse, ma i rapporti di forza sono cambiati. Il web è cultura ed ha aumentato il suo fascino, è l’amplificatore interattivo per eccellenza in grado di valorizzare l’intero patrimonio di ogni brand, è il legame, l’hub, il trascinatore di tutti gli altri strumenti di comunicazione.
I nostri clienti ci stanno chiedendo di essere accompagnati ad esprimere con chiarezza i propri valori, a narrare con innovazione di pensiero e freschezza creativa, i propri prodotti ed il proprio brand, guidandoli direttamente dentro al cuore del consumatore, attraverso strategie di comunicazione multicanale, dal web alla tv, passando per la stampa fino al punto vendita ed agli eventi. Un viaggio che ci vede vicini ai nostri clienti, disponibili, flessibili e pronti a dare di più di quanto ci viene chiesto.

Grazie per averci concesso questa intervista, ci vediamo a febbraio a Lazise (VR).

Max Galli di vanGoGh
24° Global Summit Marketing e Digital
21 | 22 FEBBRAIO 2024
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