Grazie per questa intervista e per la partecipazione al #GMSummit18. Cosa dovranno temere maggiormente le aziende, nel corso dell’anno e, in prospettiva, fino alla fine del secondo decennio del secolo?
La velocità del cambiamento. È ormai sotto gli occhi di tutti che le cose oggi cambiano molto rapidamente e spesso le aziende non riescono a stare al passo… a volte non è neanche per cattiva volontà, semplicemente nel lavoro quotidiano l’ufficio marketing non riesce a stare dietro a tutte le novità e agli ultimi strumenti a disposizione. Per fortuna il nostro lavoro consiste anche in questo. Perché oggi le possibilità che si aprono sono veramente tante e sarebbe davvero un peccato non sfruttarle. Ovviamente bisogna che le aziende siano pronte mentalmente ad affrontare il cambiamento e questo, purtroppo, è spesso il problema.
SEO, SEM, SEA, SMM, DEM… Decine di sigle e di proposte per un unico obiettivo: ottenere risultati dalla rete. Ogni azienda tira l’acqua al proprio mulino e propone le proprie soluzioni, ma è davvero possibile ottenere risultati senza una visione e una strategia d’insieme?
Assolutamente no. La base resta sempre l’elaborazione di un concept legato alla brand identity e agli obiettivi a medio e lungo termine dell’azienda; di lì si parte poi per elaborare la strategia e per decidere quali strumenti attivare. Il problema è che spesso si tratta di fare un percorso all’indietro per ri-tracciare, sul solco della vecchia comunicazione, una nuova che possa funzionare, perché la comunicazione pensata all’inizio non ha assolutamente tenuto conto del mondo digitale e quindi bisogna aggiustarla per ricostruire un ponte fra brand e persone attraverso il digitale. Noi lo chiamiamo “reverse concept”. Lo scopo resta mantenere la coerenza del brand, pur virandola verso un linguaggio credibile.
Sappiamo che per voi il 2018 è cominciato con un cambiamento strutturale importante, ce ne vuoi parlare?
Immagino tu ti riferisca al nostro ingresso nel gruppo Websolute. In realtà non si tratta di un vero cambiamento strutturale: personale e dirigenza della Xplace non cambieranno. Si tratta piuttosto di una formula, concordata con Websolute, che permetterà ad entrambi di dare il meglio ciascuno nel proprio campo, di concentrarsi sul proprio core business, offrendo contemporaneamente ai clienti più servizi e ad un livello di professionalità più alto. In realtà la nostra collaborazione con Websolute era già cominciata tempo fa ed è stato quindi naturale entrare nel gruppo… Websolute ha visto in noi il pezzo mancante di un puzzle e noi abbiamo visto in Websolute il luogo perfetto in cui poter sviluppare a pieno le nostre capacità e competenze.
Il risultato, ne siamo certi, sarà un lavoro di squadra più verticale e adeguato alle sfide di un mercato sempre più competitivo ed esigente.
Proporrete al #GMSummit18 qualche novità, oppure un prodotto o servizio che metterete in qualche modo in evidenza o di cui volete accennare in queste righe?
Il nostro core business è l’engagement: il nostro lavoro quotidiano consiste nel creare connessioni, perché, come diciamo spesso, non esistono gli utenti e il brand, ma solo le persone e il legame che si crea fra di loro. E le persone vogliono vivere esperienze coinvolgenti, divertenti, appaganti o semplicemente sentirsi parte di una community che condivide gli stessi valori, che sono poi quelli del brand, e noi cerchiamo ogni giorno di realizzarlo, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione, dai social alle attività speciali, o inventandone di nuovi.
Quando guardate al futuro e ai possibili scenari prossimi del vostro settore, quanti anni in avanti riuscite a spingervi?
Ti direi che con tutto quello che accade quotidianamente è impossibile spingersi oltre i 5 anni di previsione, quindi il 2023… In realtà questa data negli ultimi tempi è diventata una specie di gioco in agenzia: ci immaginiamo cosa potrebbe succedere nei prossimi anni e facciamo delle ipotesi più o meno plausibili. Poi controlliamo se è possibile farlo o se qualcuno lo ha già fatto e agiamo di conseguenza sperimentando nuove soluzioni. È un gioco che serve a restare sempre al passo e, in qualche modo, a inventare il futuro prima che lo faccia qualcun’altro.