Interviste

Intervista a Chiara Danese, CEO e Co-Founder di didardo srl – strategic design

Grazie per questa intervista e per la partecipazione al #GMSummit20. Cosa vi aspettate da questa edizione e con che spirito vi apprestate a parteciparvi?
È la prima volta che partecipiamo al Global Summit, per noi questa è un’opportunità per mostrare alle aziende come il design possa essere perfettamente integrato nella gestione dei processi e contribuisca alla visione del futuro dell’impresa. Siamo una startup innovativa e il nostro obiettivo è elevare il ruolo del design considerando molteplici aspetti che prevedono l’inclusione e il coinvolgimento delle persone:

  • ridefiniamo il ruolo del cliente, da consumatore a persona
  • diamo valore alla co-progettazione perché l’utente partecipa attivamente alla definizione di prodotti e servizi, in questo modo non è più un’entità passiva
  • creiamo consapevolezza su prodotti e servizi non solo per la funzione che assolvono, ma anche per la loro utilità sociale
  • riteniamo che il risultato finale sia importante così come lo sono i processi innescati per capire le motivazioni e conquistare i clienti

Nuove ricette per il marketing online: cosa bolle nel calderone della vostra azienda e in che modo le state proponendo ai vostri clienti?
Ci piace di più l’idea di essere alleati delle persone che lavorano nel reparto marketing, gli ingredienti e le ricette sono frutto di un lungo e dettagliato lavoro di consulenza costruito insieme. Ecco perché sosteniamo che è tempo di design: spesso le aziende cercano ricette facili e veloci trascurando l’ascolto e l’osservazione dei propri clienti e perdendo purtroppo l’occasione per fare concretamente innovazione. Crediamo profondamente nel design, lo proponiamo alle aziende per differenziarsi, creare dei team collaborativi, migliorare la capacità di prendere decisioni e non perdere tempo in processi e soluzioni che poi, nella maggior parte dei casi, si rivelano inutili o poco rilevanti per il raggiungimento dell’obiettivo finale.

Internet of Things IoT sta ridefinendo le abitudini e le aspettative delle persone, oltre che il loro rapporto con le aziende: come vedete questo importante passaggio e cosa siete già pronti a proporre?
Proponiamo alle aziende di innovare tramite il Design Thinking, un approccio che aiuta le persone (che lavorano in azienda, enti, PA ecc.) ad aumentare la propria consapevolezza nell’uso della tecnologia, a risolvere problemi, accettare le sfide e il cambiamento. È un modello che può essere applicato in molti contesti, con idee e soluzioni estremamente personalizzate e non replicabili.
Abbiamo proposto ai nostri clienti progetti con le neuroscienze applicate partendo dal presupposto che la tecnologia è un elemento integrante nel processo di cambiamento e innovazione dell’azienda. Design Thinking significa scendere “in strada” e avvicinarsi alle persone per ridefinire il ruolo che questa ha nelle loro vite, è un veicolo, non certo un ostacolo. Andiamo a scovare le frustrazioni che hanno le persone, anche nei confronti del digitale e inventiamo soluzioni per risolverle e trasformarle in un momento di felicità e soddisfazione.

Proporrete al #GMSummit20 qualche novità, oppure un prodotto o servizio che metterete in qualche modo in evidenza o di cui volete accennare in queste righe?
Evidenzieremo sicuramente il fatto che il design è oggi, sempre più frequentemente, la risposta alle molteplici sfide che i manager devono affrontare: la crescente pressione competitiva, la gestione della complessità nelle organizzazioni, la responsabilità sociale e l’orientamento al cliente. Un esempio è il caso di Hartmann, azienda del settore healthcare, con cui abbiamo collaborato per un workshop di generazione di idee per migliorare la relazione con il pubblico del servizio Care @ home. Un’altra grande sfida per le aziende è abbattere le resistenze che spesso ne ostacolano il cambiamento: coinvolgere le persone partendo dallo sviluppo delle Personas, uno strumento smart e facile che consente a tutti di essere allineati sulla tipologia di cliente/utente/persona a cui il progetto si riferisce: che sia di business, marketing o prodotto.
Per concludere, vorremmo chiudere con la definizione olistica dell’International Council of Societies of Industrial Design (1998) che amplia il concetto di design e lo raccorda al management, alla capacità di comprendere i bisogni dei consumatori, alla strategia e non solo, come accade solitamente, alla progettazione della forma dei prodotti, allo stile e all’estetica.
Attività creativa il cui obiettivo è di stabilire le varie qualità degli oggetti, processi e servizi e dei loro sistemi nel ciclo di vita. Inoltre il design è il fattore centrale dell’umanizzazione dell’innovazione delle tecnologie e dei cambi culturali ed economici”.

Grazie per averci concesso questa intervista, ci vediamo a febbraio a Pacengo di Lazise (VR).

Chiara Danese di Didardo
24° Global Summit Marketing e Digital
21 | 22 FEBBRAIO 2024
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