Comunicati

Comprendere i desideri del cliente: l’effetto sinergico del Marketing Scientifico e delle Neuroscienze

Tecnostudi, grazie al proprio laboratorio interno di neuromarketing B Side, propone un approccio all’analisi del brand positioning che integra il marketing scientifico e i test di neuromarketing. Lo scopo è capire il reale impatto dei brand sulle scelte d’acquisto e la loro influenza sul comportamento

Già Ogilvy affermava che “I consumatori non pensano quello che sentono, non dicono quello che pensano e non fanno quello che dicono”: le neuroscienze hanno infatti dimostrato che la gran parte delle nostre decisioni avviene a livello non conscio.

Il neuromarketing come ci viene in aiuto? 

“Il neuromarketing evidenzia la discrepanza tra le risposte dichiarate e quelle effettivamente misurate con gli strumenti, – asserisce Elena Sabattini, AD di Tecnostudi Comunicazione e Founder di B Side, laboratorio di neuromarketing. Le strumentazioni biometriche permettono di rilevare le reazioni implicite, quelle che avvengono sotto il livello del conscio e sono quindi le più attendibili nel prevedere il comportamento. 
In un percorso di analisi del posizionamento del brand attraverso il Marketing scientifico, codificato nei primi anni 2000 al MIT, i test di neuromarketing si collocano molto efficacemente per validare le scelte di comunicazione e capire se queste vengano effettivamente apprezzate. Questa validazione permette all’azienda di guidare le proprie strategie di business”.

Le otto fasi del Marketing Scientifico

In una strategia di marketing scientifico sul posizionamento del brand che si integra con il neuromarketing, Tecnostudi considera 8 fasi: 

  1. Positioning desiderato – per indagare dove vorrebbe collocarsi il brand
  2. Ipotesi interna – analisi della percezione che l’azienda ha di sé stessa
  3. Analisi qualitativa e quantitativa – interviste approfondite e survey per validare o confutare l’ipotesi iniziale
  4. Analisi di mercato/business intelligence – per inquadrare le indagini in uno scenario più ampio e nei relativi trend
  5. Brand positioning statement – fotografia dello stato attuale del posizionamento dell’azienda sul mercato, interfacciata con il posizionamento desiderato
  6. Piano di comunicazione e nuovi materiali – come raggiungere il posizionamento desiderato con i nuovi materiali di comunicazione
  7. Test di neuromarketing – verifica della loro efficacia con le strumentazioni di neuromarketing
  8. Go to market

Applicazioni pratiche

Molti sono i clienti dell’agenzia che approcciano un rebranding con questo metodo, e ne vedono i concreti risultati, dai brand di cosmetica che affrontano un repackaging, alle società di servizi che desiderano riqualificarsi e presentarsi al proprio target forti di nuovi servizi e competenze, alle grandi aziende di produzione che necessitano uno svecchiamento d’immagine corrispondente alle implementazioni di prodotto, non ancora percepite dal mercato di riferimento.

Questi sono solo alcuni esempi di come un processo di brand positioning condotto in maniera scientifica possa essere utile in alcuni momenti cruciali della storia aziendale.

B Side stessa, poso dopo la sua nascita, nella scelta del proprio logo ha utilizzato un’indagine di neuromarketing, verificando un dato molto interessante ovvero come l’attuale logo sia stato preferito inconsapevolmente dal 58% delle persone coinvolte contro il37% che lo ha indicato come il favorito nel questionario scritto.
Vediamo quindi come indagare il non conscio sia fondamentale per validare oltre ogni rischio una scelta comunicativa che influenzerà a lungo le sorti aziendali.

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