Grazie per questa intervista e per la partecipazione al #GMSummit19. Siete già venuti in passato al Global Summit?
È la nostra prima esperienza al Global Summit, generalmente presidiamo eventi legati al digital marketing sulla scena milanese e della Svizzera italiana. Siamo entusiasti di essere qui perché riteniamo che il panorama delle imprese del Nord-Est italiano sia fiorente e certamente orientato a un next step nella propria digital trasformation.
Proporrete al #GMSummit19 qualche novità, oppure un prodotto o servizio che metterete in qualche modo in evidenza o di cui volete accennare in queste righe?
Siamo al Global Summit come Pro Web Consulting ma in realtà ciò che ci preme davvero presentare è l’ambizioso progetto di cui siamo entrati a far parte: a ottobre 2018 abbiamo ufficializzato la nostra acquisizione da parte di Cerved Group, la più importante data driven company in Italia. Con la sua leadership nel mondo del credito e forte di un’esperienza trentennale nella gestione dei dati, Cerved ha deciso di avvicinarsi al mondo del digital marketing già 3 anni fa, tramite l’acquisizione di PayClick, società dall’esperienza pluriennale nel digital advertising, e a seguire Bauciweb, Spaziodati e, appunto, Pro Web Consulting. Si tratta di una confederazione di eccellenze, ciascuna con la propria autonomia sotto la governance di Cerved: l’obiettivo è quello di rivoluzionare il concetto di customer journey, proponendo un’offerta completa, lavorando al fianco del Cliente e diventando uno dei principali operatori in Italia del settore.
Il traguardo del 2020 si avvicina e, come accade per tutti gli inizi di decennio, molte sono le aspettative e le attese per questa data. Quali sono secondo voi i trend più importanti per il marketing verso la fine di questo decennio?
Ciò che è essenziale comprendere, come marketer e operatori di settore, è l’evoluzione del concetto di funnel. È necessario superare l’idea di un processo meccanico e lineare, per seguire lo sviluppo reale dell’esigenza di acquisto dell’utente, che di lineare ha molto poco. Il customer journey si attiva in micro-momenti intermittenti e “localizzati” a livello spazio-temporale: bisogna quindi intercettarli tramite una strategia basata sulla flessibilità e sul presidio sinergico dei canali digitali.
La SEO non è morta ed è efficace, ma ci sono settori in cui essa rappresenta una strada difficile da percorrere. Esistono secondo voi comparti o settori in cui è meglio creare sinergie tra più attività online, accanto alla SEO?
La SEO esisterà fino a che ci saranno dei ranking di qualsiasi tipo che è possibile ottimizzare e degli utenti alla ricerca della risposta ai propri quesiti o bisogni. Non esistono settori e tipologie di siti che si prestano maggiormente allo sviluppo efficace di una strategia SEO: abbiamo clienti trasversali per industry (fashion, design, servizi, automotive, editoria, elettronica, food, immobiliare, assicurazioni…), sia B2C che B2B, sia siti corporate che e-commerce. È essenziale conoscere al meglio il settore e i mercati a cui ci si rivolge: la nostra forza è la capacità di dedicare un team specializzato ad ogni cliente proprio in base a comparto e lingue necessarie. Per quanto riguarda le sinergie con altre attività, proprio nell’ottica di una migliore ottimizzazione delle property digitali dei clienti abbiamo affiancato al servizio SEO quello CRO: la Conversion Rate Optimization è la logica conseguenza complementare alla SEO, perché riesce a risolvere le “falle” dei siti, rendendo più fluido il customer journey e portando l’utente a diventare cliente.
Grazie per averci concesso questa intervista, ci vediamo a febbraio a Pacengo di Lazise (VR).